LA CULTURA FILOSOFICA DELLA VITA DEL DOTT. CARMINE CORREALE.
DALL’ OPERA LETTERARIA “L’INCANTEVOLE CAMMINO DELLA VITA”.
– SAGGIO N° 30 –
IL BENEFIZIO e LA BENEFICENZA
Ogni benefizio, dovrà considerarsi e rinnovarsi perennemente, al solo scopo di aiutare i più umili e bisognosi, con l’apporto e la coscienza nel voler fare del bene, univocamente per volontà e piacere di offrire gioia.
“È benefizii si debbono fare a poco a poco, acciò si assaporano meglio” (Machiavelli).
Nel trarre beneficio da una cosa, potrebbe garantire un giovamento, un sollievo, oppure un vantaggio, come un riconosciuto godimento esteriore o interiore, con una conseguenziale soddisfazione che tenderebbe a addolcire lo spirito.
Il beneficio di una legge, potrebbe allontanare lo spauracchio di una pena, attraverso il vantaggio suggerito ed accordato da una norma di diritto per una determinata, o classe di persone, di cose e anche di rapporti giuridici sulle divisioni dei beneficianti.
L’istituto del beneficio, assume particolare importanza e consiste nella concessione di un terreno, anche per tutta la vita, alla sola condizione della prestazione dei vari servizi, da cui sin dall’antico periodo feudale era in uso.
Il beneficio ecclesiastico consiste invece in quella dotazione patrimoniale annessa all’esercizio del culto, a favore degli enti riconosciuti dallo Stato, ma è importante sottolineare che in tutte le beneficenze, esiste secondo la teologia: “L’amore dell’amicizia”.
La carità e la beneficenza, generalmente nasce dalle persone buone e devote a Dio ed elargisce la grazia santificante in loro favore, che compiono verso Dio l’atto di carità, rendendole benevole e ricche di disposizioni d’animo e d’indulgenza.
Il beneficio determinato e duraturo, acquista merito universale e riconosciuto; sicché una volta acquisito formalmente, diventa “benemerito”, attraverso le opere buone e di pubblica utilità in un determinato campo.
I soggetti benevoli, sono ben disposti ad accettare e assecondare le cose della vita, con l’umana disponibilità e approvazione concessa, nei confronti dei più umili, che versano in uno stato d’inferiorità, dai quali hanno il beneplacito, dal latino “Bene placitum”.
Il beneplacito (ben piaciuto) e il benessere (ben essere), espressioni non propriamente comuni, al contrario, riflettono un significato di profondo soddisfacimento fisico e morale, di forza e resistenza del corpo, alimentato proprio dal valore naturale dell’istinto umano.
Nello stesso tempo, si evince una condizione accurata di prosperità garantita, dall’efficienza generale e dai vantaggi equamente distribuiti, meritevoli della nostra cultura, volta alla ricerca ed alla conquista giornaliera di poter fare un’opera buona.
Sotto l’aspetto della conquista sociale, il benessere è oltremodo incalcolabile e non si possono assolutamente annoverare ed elencare tutte le condizioni che lo hanno determinato, soltanto si può asserire, che dal profilo logistico, esso è indispensabile alla società.
Sono proprio le condizioni di prosperità garantite dall’efficienza a determinare il benessere in tutti i campi a garanzia della collettività, annoverando ovunque encomiabili risultati e conquiste, con la perenne dedizione giornaliera, mirante al raggiungimento del risultato.
Esempio particolare, potrebbe essere la tecnica di condizionamento dell’aria, con la complessità dei valori dell’umidità nel calore e nella temperatura, che rendono confortevole la permanenza delle persone in un determinato ambiente.
Dobbiamo soltanto considerare che ogni sistema predisposto in favore dell’umanità, fa parte della benevolenza (benevoglienza) per i nostri simili!
Autore dott. Carmine Correale
(Poeta, scrittore, saggista, commentatore e artista interpretativo)
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Continuate a leggere domani un nuovo meraviglioso saggio della vita.Grazie.
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